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Cinzia Canneri
Come Due Ali. La storia delle vittime di amianto

VINCITORE ASSOLUTO DEL PREMIO PORTFOLIO UMBRIA PHOTO FEST’ 2017 

Questo progetto è un’analisi sociale della problematica dell’amianto in relazione alla vita quotidiana, intima e psicologica delle vittime, sia di coloro che hanno subito l’esposizione a questa fibra sia dei familiari che sono sopravvissuti. 

Le due malattie riconosciute dalla medicina in correlazione all’amianto sono: il mesotelioma (neoplasia della pleura del polmone con una prospettiva di vita molto bassa) e le placche di asbestosi (l’asbesto raggiunge la pleura esercitando un’azione fibrogena e cancerogena). 

Il picco delle morti è in atto, in quanto compreso tra il 2015 e il 2020, avendo questa fibra un’incubazione di almeno 25-30 anni. Ciò fa sì che molte persone, che hanno avuto un’esposizione in relazione diretta con l’amianto, vivono una condizione psicologica estremamente stressante. 

In Italia la legislazione proibisce l’utilizzo e la commercializzazione dell’amianto solo dal 1992, ma ancora molti siti devono essere smantellati e la bonifica stessa non è garantita da nessuna normativa.

L’ Organizzazione Mondiale della Sanità valuta che siano almeno 125 milioni i lavoratori nel mondo esposti all’amianto e che ogni anno siano circa centomila i morti, ma gli esperti avvertono che si tratta di cifre sottostimate.  

Il progetto è iniziato nel 2015 e le zone che sono state maggiormente approfondite sono il nord, il centro e il sud dell’Italia: Casale Monferrato (Alessandria) dove vi era la fabbrica Eternit che produceva amianto, 

la Val di Cecina dove l’Enel ricopriva i vapordotti della geotermia con l’amianto e altre città dell’Italia come Milano, Napoli o Roma, perché le vittime di amianto sono diffuse in tutto il territorio. ll 19 novembre 2014 la Corte suprema di cassazione ha dichiarato prescritto il reato di disastro ambientale da parte dell’Eternit spa (la principale fabbrica di produzione di amianto in Italia), annullando le condanne e i risarcimenti in favore delle parti civili. Il 30 maggio 2016 le vittime di amianto di Casale Monferrato hanno ottenuto dalla Corte Costituzionale il consenso di poter procedere con un nuovo processo per omicidio volontario nei confronti dello svizzero Stephan Schmidheiny. 

Molte persone si sono ingiustamente ammalate e hanno perduto la vita per ragioni di logiche capitaliste che privilegiavano lo sviluppo economico alla tutela umana: gli effetti nefasti di questa fibra erano conosciuti certamente già dagli anni ’60, quando ai lavoratori si dava un litro di latte per disintossicarsi. 

Il titolo del progetto nasce dalle parole di un malato di mesotelioma che disse: I polmoni sono come due ali. 

Partire dalle loro parole, per presentare il lavoro, é un modo per dar voce alle paure, al dolore e anche alle speranze di chi oggi muore nell’ anonimato.